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Primavera: tempo di Bianchello del Metauro

20 Mar, 2023
Uve Bianchello del Metauro della cantina Terracruda

Azienda vinicola Bianchello del Metauro Terracruda

La primavera è il momento ideale per gustare il Bianchello del Metauro, un vino DOC prodotto nella provincia di Pesaro e Urbino, annoverato tra le DOC più antiche d’Italia risalenti al 1969 e celebrato nel 2019 per i suoi 50 anni di Denominazione controllata. Nonostante sia prodotto da realtà di dimensioni relativamente contenute rispetto ad altre denominazioni italiane, il Bianchello del Metauro ha saputo evolversi mantenendo i principi di eticità e sostenibilità e passando dall’essere un vino semplice e di grande bevibilità a un prodotto di maggiore personalità e longevità.

Storia e origine del vino Bianchello

La fama del Bianchello si perde nella notte dei tempi, il primo a parlarne pare fu Tacito. Lo storico infatti, parlando della Battaglia del Metauro, avvenuta nel 207 a.C. tra Asdrubale e Roma, non tralascia di ricordare l’abbondanza di libagioni reperibili in questo lembo di terra.

La leggenda poi narra che il vino prodotto sulle colline del Metauro abbia giocato un ruolo importante durante l’invasione dei cartaginesi e, in particolare, durante la sanguinosa Battaglia del Metauro in cui le truppe romane sconfissero l’esercito cartaginese di Asdrubale, pare perché inebriato dal troppo Bianchello bevuto la sera prima dello scontro.

Un’altra importante prova storica deriva da Andrea Bacci, medico di Papa Sisto V ed enologo piceno, che nel 1596 pose l’accento sui vini Trebulani prodotti in loco.

Il Bianchello del Metauro deve il suo nome al “biancame”, vitigno con cui è prodotto, e al territorio in cui nasce, quello del Metauro, il più importante fiume delle Marche.

Il suo corso ha inizio nell’Appennino marchigiano – dove si uniscono due fiumi il “Meta” che proviene dal valico appenninico di Bocca Trabaria (Pesaro e Urbino) e l’“Auro” che ha le sue sorgenti al confine tra le Marche e la Toscana, per poi sfociare a Fano.

La zona di produzione del Bianchello o Biancame (vitigno a bacca bianca) è quella che si trova nei colli a nord e sud rispetto al corso del fiume.

La  DOC del Bianchello del Metauro ricade in 18 piccoli comuni (oggi 12 in seguito alle fusioni tra alcuni di loro ) del medio e basso Metauro (provincia di Pesaro e Urbino): Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Montefelcino, Isola del Piano, Fossombrone, Sant’Ippolito, Terre Roveresche, Fratte Rosa, parte del comune di Mondavio e parte dei territori di Urbino e Fermignano.

Il Bianchello del Metauro DOC, perla a bacca bianca del panorama ampelografico marchigiano, deve il suo nome al colore tenue degli acini e al territorio in cui cresce. Il disciplinare della Doc prevede 95% di uve Bianchello in vinificazione, con l’ammissione di una piccola quota di Malvasia bianca lunga (max 5%).

Il Bianchello è un vino delicato, dai profumi che rimandano soprattutto a note olfattive dei fiori e dell’erba fresca appena sfalciata, per poi aprirsi ad un bouquet, davvero interessante per la sua varietà, che passa dalle nuances agrumate a quelle più intense di frutta, a seconda della zona climatica e del terroir che in gran parte è argilloso, tufaceo e arenario.

Le sponde del fiume Metauro più a ovest e quindi più a ridosso dell’appennino non rientrano nella doc del Bianchello, ma essendo terreni fortemente tufacei sono invece la terra di un’altra grande produzione: Il tartufo Bianco Pregiato di Acqualagna, che si sposa benissimo in tavola alle versioni più strutturate di questo vino.

Gli ultimi dati disponibili ci dicono che il Bianchello del Metauro conta una  Superficie coltivata di circa 210 ettari, con 66 viticoltori e 21 vinificatori. (dati del 2020)

Oggi nella zona di produzione molti vignaioli di Bianchello del Metauro sono realtà a gestione familiare, spesso in regime biologico che assicurano la filiera verticale: dalla vigna alla bottiglia o per dirlo in termini tecnici: la maggior parte del Bianchello del Metauro doc è integralmente prodotto e imbottigliato all’origine.

Mappa del Bianchello del Metauro

Questa è la mappa tratta dal sito bianchellodelmetauro.it  di produzione del Bianchello, il vino bianco delle Marche che attraversa una zona di produzione di 18 piccoli comuni

 

Mappa bianchello del Metauro vino bianco doc uve bianchello Marche

Mappa Bianchello del Metauro © bianchellodelmetauro.it

Il Bianchello del Metauro della Cantina Terracruda

Correva l’anno 2005 quando il primo Bianchello del Metauro D.O.C. di Cantina Terracruda vide la luce, infatti dopo alcuni anni di progettazione e realizzazione il 2005 fu l’anno della svolta produttiva interna, il primo di vinificazione nella nuova cantina.

Terracruda, deve il suo nome alla componente argillosa dei terreni in cui crescono i vigneti,  ci troviamo  a Fratte Rosa in alta collina a 420 mt slm, siamo nell’estremità sud ovest della doc e anche nelle colline più alte perché maggiormente a ridosso dell’appennino centrale Marchigiano.

Il comune di Fratte Rosa è l’unico comune della provincia in cui ricadono tutte e tre le doc ammesse a coltivazione e quindi Bianchello Del Metauro doc, Colli Pesaresi Sangiovese doc e Pergola Aleatico doc.

La storia di Terracruda è fortemente legata alla doc del Bianchello in quanto la nostra famiglia era proprietaria di terreni e vigneti, ma precedente al 2005 tutte le uve venivano vendute e non vinificate.

Abbiamo da sempre creduto nelle potenzialità di questa Doc, vinificando sin da subito la versione più tradizionale del Bianchello del Metauro interpretata in un vino fresco e di pronta beva e per questo motivo un vino contemporaneo e versatile, specialmente se abbinato alla cucina di pesce dell’Adriatico.

Dopo il primo anno di vinificazione, avendo la fortuna di possedere vecchi vigneti che garantivano basse produzioni ma un alta qualità delle uve e gradazioni più alte della media, ci sembrava limitante poter vinificare e imbottigliare una sola versione doc.

Per tale motivo, proprio in quegli anni intorno al 2007 si iniziò a lavorare, in accordo agli altri produttori, per attuare una modifica migliorativa al disciplinare di produzione che consentisse di rivendicare anche altre versioni che dessero maggiore “respiro”, “attualità” e “importanza” alla doc, così in seguito alla modifica del disciplinare avvenuta nel 2011,  vennero introdotte la  versione Superiore, spumante e Passito.

Dopo un attento confronto venne inoltre fatta una scelta molto saggia e lungimirante per salvaguardare l’unicità di questa doc, ovvero a differenza di altre doc che negli anni si sono aperte all’utilizzo di percentuali più o meno elevate di  uve internazionali, la doc del Bianchello e dei suoi produttori ha deciso di rimanere fedele a se stessa e alla tradizione e di preservare la sua tipicità lasciando invariate le percentuali e le uve autorizzate ovvero  il 95% di uva Bianchello o Biancame e max 5% di Malvasia bianca lunga.

Di certo questa scelta ha permesso al bianchello di rimanere nel tempo un vino vero e franco, testimone contemporaneo di sapori autentici e tradizionali, ma soprattutto di essere un vino unico e non banale, resistendo  al taglio internazionale che spesso omologa il gusto.

Oltre alla versione tradizionale come il Boccalino Terracruda, oggi il Bianchello del Metauro doc si trova dunque anche nelle tipologie Bianchello Superiore, Spumante e Passito. Nelle prime due, è ampio al naso con sfumature agrumate di fiori bianchi e polpa di frutti gialli. Il palato è fresco, sapido e carezzevole. Le sensazioni agrumate sono tipiche della versione Spumante, mentre il Passito va verso il miele di acacia o girasole.

La nostra cantina si è impegnata nella ricerca e sperimentazione per ottenere il miglior risultato anche nelle nuove versioni introdotte nel disciplinare attuando vinificazioni più audaci con vendemmie anticipate per la produzione degli spumanti, e con vendemmie tardive, permanenza sur lies e affinamenti in barrique di rovere per la creazione delle versioni superiori.

Le origini contadine ed artigiane delle nostre famiglie sono state preziose nel primo momento, poi i saggi consigli del nostro enologo Dott. Giancalo Soverchia, uniti alle moderne attrezzatture e tecniche di cantina, ad un spirito innovativo e tanta perseveranza hanno fatto il resto.

Di certo la maggiore sfida è quella di produrre vini contemporanei senza mai slegarsi dalla tradizione e questo è il nostro obiettivo.

Questo è stato un lungo percorso partito dalla ristrutturazione dei vecchi vigneti che oggi hanno 50 anni, rimpiazzando le vecchie fallanze, cambiando in parte o totalmente il metodo di potatura per ridurre le rese per ettaro, attuando pratiche di potatura verde per contenere la quantità prodotta a favore della qualità, ed infine convertendo nel 2017  tutta la produzione sia in vigna che in cantina a regime Biologico certificato, traguardo raggiunto con le prime certificazioni in etichetta per  la doc Bianchello nel 2020.

Il Biologico certificato è certamente un punto di arrivo, ma sotto tanti aspetti un punto di partenza.

Siamo fortemente convinti di questa scelta perché tutelare la terra nel presente e nel futuro e la salvaguardia nostra e dei nostri clienti dovrebbe essere un punto chiave dell’etica produttiva di ogni agricoltore, tutte le altre storie seppur ben “impacchettate” solo legate al mero profitto.

Torniamo però alla storia del Bianchello di Terracruda per raccontarvi perché e come abbiamo deciso di interpretare questa uva in tutte le sue accezioni partendo dal vino spumante fino ad arrivare al vino passito.

Per produrre vini con profili organolettici differenti, pur partendo dalla stessa base ampelografica si è lavorato sulle diverse maturazioni in vigna e sugli affinamenti in cantina,

Conosciamo bene le nostre vigne e sappiamo a priori come suddividere le particelle ben prima della raccolta: per dirlo alla francese divisione in cru, termine che deriva da croître e che significa “ciò che cresce in una determinata regione”.

Anche noi siamo partiti e lavoriamo con questa logica di divisione in cru e di alta qualità.

Infatti tutti i nostri vini provengono solo da uve  vendemmiate e selezionate a mano in vigna e cantina. La raccolta inoltre viene svolta in più passaggi all’interno dello stesso appezzamento, per poter selezionare di volta in volta una differente maturazione che ci permetterà poi di esprimere al meglio la tipicità di questo vitigno e la peculiarità in base alla declinazione in bottiglia.

Primavera: tempo di Bianchello del Metauro

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